Giovanni Testori

Periodico

Se l’artista materializza lo spavento dell’esistenza

Ai molti meriti già accumulati ancorché la critica si sia mostrata sorda o quantomeno tarda nel prenderne coscienza, lo studio Cannaviello aggiunge, ora, quello, elettissimo, di presentare alla nostra cultura Maria Lassnig (Garzen, Austria, 1919); quanto dire una delle figure eminenti del più profondo, segreto e straziato svolgersi dell’ultime vicende artistiche d’Europa. Forse neppure nella […]

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Forse in quell’ombra c’è il grande Leonardo

Quanti amano il disegno, la sua storia e la difficile, millimetrale, ed esaltante avventura attribuzionistica che gli è legata, non manchino di visitare, e rivisitare, questa piccola, ma intensissima mostra con cui Brera, dopo l’assaggio dei fogli di Andrea Lilli, esposti l’anno scorso in stretto rapporto con la mostra anconetana sull’introverso, lunare e lunatico maestro,

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Maestri noti e ignoti del Seicento lombardo

Il lettore che ricordi la nota scritta, per queste pagine, in occasione della mostra trevigliese sui Montalto, rammenterà com’essa fosse tesa a sostenere le buone ragioni di quegli studiosi che, circa la pittura lombarda del ‘600, auspicavano da tempo un ampliamento del concetto (e del rispetto) che andasse oltre la buia, viscida e irrisolvibile voragine

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Ecco i vichinghi dell’assoluto

Esiste davvero una condizione inevitabilmente «cattolica» dell’arte italiana cui corrisponde, in funzione dialettica, se non già oppositiva, una condizione inevitabilmente «protestante» dell’arte del Nord Europa? E a tali diverse condizioni, corrisponde davvero, con altrettanta inevitabilità, da una parte il bisogno d’incarnarsi figuralmente, dall’altra, proprio quello di significare la perdita di tale incarnazione? È questa la

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Rembrandt, in quelle lastre la storia dell’universo

Non v’è segno alcuno di coda sull’erta scala che conduce al Petit Palais. I visitatori entrano, lenti e radi. Qualcosa di simile inizia soltanto allorché, acquistato il biglietto d’ingresso, ci s’avvicina alle sale dell’esposizione. Ma, anche qui, non si tratta delle solite, interminabili file che, oggi, s’è costretti a sopportare per metter piede e occhi

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La cultura e le «code» negli anni festaioli

C’è caso che questi anni, idiotamente frivoli, ricchi e festaioli, passino come quelli nei quali s’è compiuta l’equazione cui la buona società tendeva da sempre: successo uguale valore. Non sappiamo quando questo turpe equilibrio possa durare. Personalmente (poiché, ormai, s’è costretti a procedere per desideri, oltre che per disperazioni, atrocemente personali) ci auguriamo che riemerga,

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Dove c’è anche la gazza di Monet

ANCIENS ET NOVEAUX: SCELTA DI OPERE ACQUISITE DALLO STATO DAL 1981 AL 1985 Parigi, Grand Palais sino al 3 febbraio Dopo la rassegna-sunto del 1980, con quest’altra, appena un poco più restrittiva (ma bisognerà ricordare come, nella precedente, oltre ai musei, fossero presenti la biblioteca e gli archivi nazionali), la Francia presenta una scelta di

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Un milanese del ‘500 a Parigi

ANDREA SOLARIO Museo del Louvre Parigi, sino al 2 marzo Visitando, e studiando, questa breve, ma intensissima mostra, curata da quell’acuta esperta di «cose» italiane che è Sylvie Béguin, non abbiamo potuto non rimpiangere l’occasione, infinite volte proposta (soprattutto in concomitanza con le recenti onoranze leonardesche), ma altrettante volte rinviata, con cui Milano avrebbe potuto

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