Giovanni Testori

Periodico

A Lugano sfilano gli spettri di Goya

Con il consueto riservo e la consueta classe che, come prima caratteristica, espongono la coscienza che una mostra non è (come si crede nel nostro decorante e, proprio per questo, indecoroso Paese) una compiacente occasione offerta alla «confraternita degli allestitori» per scatenare i loro avidi complessi, ma per raccogliere un gruppo d’opere legate da un […]

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Il mestiere di critico: storia o passione?

Se esiste un tema che, per sua natura esige in chi l’accosti una sorta di premurosa «vigilia», questo è proprio quello dell’arte contemporanea; l’arte, cioè, che sta nascendo o formulandosi nelle complesse e difficili stratificazioni del presente; ancorché, in quel suo venir alla luce, essa possa di già lanciar grida altissime e sprigionar, da sé,

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Un Degas a sorpresa scolpisce relitti carichi di luce

«Interessante non è mostrar sempre la fonte della luce, ma il suo risultato» – è probabile che, in queste parole di Degas, sia contenuto il rapporto di fraternità, ma altresì l’ansia di superamento, con cui il grande maestro legò e slegò il proprio destino da quello degli altri impressionisti. Del resto, il passaggio dalla segnalazione

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Legnanino: è il ‘700 a Milano

È probabile che la decifrazione critica di cosa sia stato il Settecento milanese, oltre la linea più rivoluzionaria e compatta dell’«arte della realtà», non sia possibile o finisca per sottostare a un’immagine preventiva, incapace, dunque, di coglierne il lato non propriamente, o non solamente, «rococheggiante», qualora si parta da altro, o da altri, che non

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Il Futurismo tra epopea e catastrofe

Reso dolcemente claustrofobico da un restauro nel quale, come prima notazione cromatica, si riconosce un’accorata preferenza pei sorbetti al limone, alla fragola e al pistacchio, Palazzo Grassi ha inaugurato in grande, anzi, in grandissimo, la sua nuova era. Il tema scelto alla bisogna («Futurismo e Futurismi») fu e resta; per la cultura moderna, dei maggiori.

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Reynolds, ritrattista al caramello

Prefando l’edizione parigina di questa mostra («Sir Joshua Reynolds», Londra, Royal Academy of Arts, fino al 30 marzo) Pierre Ronseberg s’interrogava sul peso che le esposizioni monografiche assumono nell’offrire esatti e inderogabili termini al formularsi dei giudizi critici; giudizi relativi, è chiaro, al tempo e alla cultura in cui tali mostre vengono realizzate. Questo, sia

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Dopo il vento d’Occidente

PIETRO GUCCIONE Palazzo Dugnani Milano, via Manin sino al 3 marzo Non riusciamo a comprendere perché nessuno dei prefatori di questa stremata e straziante mostra (dopo il vento d’Occidente) abbia sentito il bisogno di citare Il grande Debussy. Guccione stesso che, pure, incista o strofina sui suoi strofinatissimi, ma perché baciatissimi pastelli, più d’una scritta,

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Chi può mai resistere a Van Gogh?

Le notizie forniteci circa la collezione messa in atto da Lila Acheson e da suo marito, Dawitt Wallace, i fondatori cioè del famosissimo Reader’s Digest – collezione della quale, per encomiabile proposta della «Selezione» italiana della suddetta rivista, s’espone a Palazzo Reale, un florilegio, o bouquet, d’una trentina di capolavori –, ci informano che essa,

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