Giovanni Testori

Periodico

Leggere dietro la lezione della grande ombra

Sono trascorsi cento anni dalla nascita, venti dalla morte, e la figura di Roberto Longhi, entrato nel cerchio dei classici già in vita, ed entrato assolutamente “interpares” non cessa di inquietarsi e di inquietare. È come se dall’alto nel suo scranno dorato Longhi volesse abitarci e qualcosa di te continua a essere incompreso possiamo ricominciare […]

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Van Gogh e la Compagnia dell’Aia

Forse, per venir letta nel senso indicato dalla sua titolazione, alla presente, breve, seppur densa ed intensa rassegna, mancano i termini necessari; primi, fra tutti, i dipinti di Van Gogh; del quale, salvo l’Autoritratto dell’86, che esce vistosamente dalla cronologia entro cui l’esposizione ha inteso trattenersi (1881-1883), sono presenti solo opere grafiche. Vero è che

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I disegni veneti dell’ «Ambrosiana»

VENEZIA – Proseguendo nella presentazione dei fondi di grafica veneta esistenti in Raccolte pubbliche e private, la Fondazione Cini presenta quest’anno un gruppo di novantacinque fogli provenienti dalla Pinacoteca Ambrosiana; la scelta è curata da Ugo Ruggeri cui si deve anche il ricco ed esauriente Catalogo che, seguendo una linea strettissima, va a collocarsi accanto

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Camille, un monumento di dolore

Come tutti gli spiriti incapaci, o impossibilitati, a dirigere o anche solo ad aiutare il proprio destino se non lasciando che scivoli verso il proprio tragico compimento, nella bellissima fotografia che, di lei adolescente, ci resta, Camille Claudel (1864-1943) esibisce, di quella incapacità l’esatto contrario; quanto a dire un orgoglio fra consapevole e innocente, fra

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Manzù, scultore della dolcezza

Una vita lunga e intensa, una vita, per più sensi, premiata, applaudita e glorificata dalle più opposte parti, credo abbia consentito a Giacomo Manzù (argotica contrazione del Manzoni d’origine) di vedersi collocato al posto che giustamente gli compete dentro l’arte di un secolo che, a un certo punto, almeno per quanto concerne l’Italia, era parso

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Si accendono i Lumi del ‘700 lombardo

Milano riprende la tradizione delle grandi mostre storiche e, per la prima volta, apre a se stessa e all’intera Lombardia, come dire a tutta la lombarda cultura, e, per connessione, al lombardo legittimo orgoglio, uno spaccato memorabile del suo Settecento; uno spaccato che è come una rappresentazione; con tanto d’attori primi, comparse, scenari, quinte attrezzerie,

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Brera ha una padrona, si chiama Indifferenza

Mentre, da qualche tempo, si torna a parlare della mitica «Grande Brera», la Brera reale e, tuttavia, non mai piccola, ferma un’atra volta le porte. Lungo tutte le feste natalizie, ed anche oltre, il più importante museo di Milano rischia di essere, dunque, «casa-chiusa». Lo è, del resto, a intermittenza, da molti (troppi) anni. Conflitti

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