Periodico

Ben singolare è la vicenda dei dipinti che, di Jheronimus Bosch, approdarono o, forse è meglio, attesa la provenienza nordica, scesero a Venezia e che oggi, dopo molte peripezie, si conservano là dove meno ce lo aspetteremmo; cioè, in Palazzo Ducale. E su di essi e sulla «singolare vicenda» che si imposta e, insieme, si […]

Ecco una mostra o, meglio, un evento che fa saltare in aria le nostre certezze critico-estetiche e, nel fragore, le trasforma in umiliata e interrogantesi Babele; almeno se si ha l’onestà e, insieme, il coraggio di avvertire gli avvisi; avvertirli, accoglierli, leggerli e, fino dove risulta possibile, capirli, inducendoci così a portare molto più in

Quando si farà la storia delle mostre che, in questi anni, si sono moltiplicate nel nostro Paese, spesso con ben scarsissimo senso; quando si farà questo e si cercherà d’evincere, per ciascuna regione, città o contado, il significato, è certo che il lungo, brillante catalogo di quelle organizzate dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta si guadagnerà

VENEZIA – Ecco una mostra-san Tomaso; una mostra-velario; una mostra-sipario. Perché scrivo questo? Perché si tratta di un’esposizione che, coraggiosamente, indica e mette il dito su d’una gloriosa e ardente ferita (una ferita, converrà dirlo subito, d’amore), tenuta fin qui sotto ovatta o nel bagnomaria delle incertezze e dei rinvii: una mostra che scatenerà, si

Rieccoci con le mostre all’italiana, con quelle mostre, cioè, che, partendo da un’intuizione giusta e commendevole, non arrivano a realizzarla e, quindi, pesantemente contraddicono lo stesso proposito d’origine. Immagino che questo accada soprattutto per fretta, come se gli organizzatori fossero inseguiti da una squadra di severissimi e imperdonanti poliziotti; in tal caso risulterebbe più rispettoso

Non so come, nella sua strepitosa perizia, Ronconi abbia risolto la messa in scena, anzi, in atto, o in funebre liturgia, di quel bellissimo monologo-lamento, ed escandescenza, che è la Donna di dolori di Patrizia Valduga che debutta questa sera al teatro Studio di Milano. Fosse toccata a me, cosa da cui fui e sono

E così, con ventiquattro ore di Cossiga nella nostra città in veste, funzione ed azione di capo dello Stato, Milano dovrebbe sentirsi elevata alla dignità di capitale; e da tale elevazione dovrebbe trarre orgoglio e fierezza. Dinanzi a simile proposta, la prima cosa da chiedersi è se Roma, dopo la devastazione che quarantasette anni di

È da dieci anni, esattamente dall’Homage del 1982 al Grand Palais, che Parigi non si chinava sulla grande, scorbutica e imperdonante poesia di Rouault; come se l’«a parte» in cui, tra sdegno e pietà, il maestro s’era tenuto durante tutta la vita, volesse continuare, come se volesse ancora negarsi ai metri del mondano. Questa volta,

È sufficiente volgersi indietro per avere l’immagine esatta di quando la Fondazione Cini abbia fatto in più sezioni della storia dell’arte, ma, in modo particolarissimo, in quella che riguarda la grafica: uno spoglio, cioè, tuttora in atto, dei più prestigiosi complessi che, del disegno e dell’incisione veneziana, ci conservano nei musei e nelle raccolte del

Come aveva ragione Picasso quando, a proposito di Henri Matisse, diceva: «Il portait un soleil dans le ventre!» (Aveva un sole nel ventre). Non v’è incontro con l’arte del grande maestro francese in cui quel sole, inneggiante e solenne, non torni a venirci addosso, spargendo attorno i raggi d’una luce e d’una beltà pressochè infinite;