Giovanni Testori

Periodico

Testori regista: «Io pago un debito d’amore»

La prima ragione, della scelta di realizzare l’Alfieri, è che si tratta d’uno degli autori che ho amato fin dall’adolescenza. Molti non capivano e ridevano. Ed ecco: ora comincio ad assolvere un debito con uno dei pilastri della storia della nostra letteratura, della nostra tradizione e del nostro teatro. Pagando questo debito e questo amore

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Diario fraterno d’un addio

Non è Margherita, in apparenza, a scrivere questo straziato eppur serenissimo «diario»; bensì il fratello. In esso, infatti, le parole, come il sangue e l’amore che lega l’uno all’altra, passano insensibilmente da quella a questi; passano senza alcuna prevaricazione, e senza alcuna violenza. Così tali parole prendono la forza e l’urgenza d’un messaggio; quasi d’un

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Ma io invoco perdono anche per noi

«Il Dio che atterra e suscita, – che affanna e che consola – sulla deserta coltrice – accanto a lui posò»: così ebbe a scrivere d’un cupo, seppur glorificato, «grande», quel supremo poeta della pietà che fu il Manzoni. Nell’atroce riduzione della morte di Marco Donat Cattin, la coltrice è l’asfalto di un’autostrada. Su quell’asfalto,

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Addio von Balthasar, teologo innamorato

Difficilmente una notizia di morte riesce a dare la consolante certezza d’un destino compiuto, proprio perché si era sempre ritenuto al di qua d’ogni risultato, come questa che ci giunge, improvvisa, del ritorno di Hans Urs von Balthasar dentro le braccia di Cristo; di Colui di cui era stato uno sprofondato, illimite conoscitore e, insieme,

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L’inarrestabile «scandalo» del Cristiano

Prendendo spunto da alcune inchieste che, più o meno, avevano quale centro la seguente domanda: «Le è mai capitato di vivere l’esperienza di una potenza che la trascenda, la chiami Dio o no?», Sabino Acquaviva ha pubblicato, pochi giorni or sono, su questa pagina, un’«opinione» che avvicinava con molta lucidità il disagio e, talvolta, la

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Perché un credente non deve scandalizzarsi

VENEZIA — Franco Zeffirelli ha lasciato la Mostra del cinema indignato per i commenti negativi della critica al suo «Giovane Toscanini» (che è stato però accolto con molti applausi dal pubblico), «A Venezia non ci torno», ha detto ieri il regista lasciando il Lido. Oggi la Mostra è in mano allo scomodo Scorsese: dopo le

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Ma Cl non «fa» soltanto politica

Adesso che il Meeting ’89 ha chiuso la sua grande, stratificatissima e combattutissima vicenda di popolo, d’un popolo composto soprattutto di giovani e giovanissimi, a chi, come lo scrivente, è accaduto esserne parte, proprio per risarcire ciò che quell’avvenimento è stato nella realtà, sembra giusto stendere una nota. Ho letto, lungo tutti questi giorni, buona

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Sul lago con Dio Travestito da destino

In silenzio, lucidissima e feroce, mantenendo riflessi che dall’inferno si lasciano schiantare da quelli che giungono, poi, dalle lontananze del Paradiso, è arrivato il coltello, il rasoio, anzi, che manda all’aria, con le sue novanta pagine, la ridicola, presuntuosa panzana dell’euforia vitalistica della narrativa di casa nostra. I serviti non han molto da attendere. Pur

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