Giovanni Testori

Periodico

Non pensate in “americano”

L’articolo pubblicato domenica, 19 luglio, su queste colonne, da Francesco Alberoni, dal titolo «Perché i giovani europei vanno in America a studiare come una volta i ragazzi di campagna andavano in città», rende certo conto di un fatto probabilmente reale: cioè a dire l’«egemonia economica, politica e culturale dell’America». Scrivo probabilmente poiché mi sembra che […]

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«E ti chiamerai Francesco»

Sul realismo senza scampo, sulla concretezza globale e totalizzante dell’esperienza francescana, se letti con attenzione, possono dirci moltissimo anche gli anni precedenti l’abbandono del mondo. Che non furono anni di levità e leggerezza, come s’usa ripetere, ma, per dir così, anni di o della prova negativa. Praticamente il suo distacco dal mondo e, in modo

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Maestri d’astrattismo nella nuova galleria

Studio Reggiani, via San Gregorio 27. Nessuna mostra, come questa breve, intensa rassegna, guidata da Guido Ballo, poteva inaugurare con più sensi e ragioni una nuova galleria. Dedicata a Reggiani, a uno, cioè, dei maestri più schivi e severi del nostro astrattismo, essa apre le porte presentandoci opere, grandi e piccole, di Fontana, Licini, Magnelli,

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La tragica comicità dell’ “Avaro” in comasco

Come lo spirito della poesia, anche quello del teatro soffia dove soffia; tesi, ipotesi, controipotesi, teorizzazioni, elucubrazioni, seminari e consulti attorno al letto dell’agonizzante perpetuo, elefantesche strutture registiche ovvero cantine che passano, d’un subito, dai ragni e dai ratti ai profumi e agli snob, pare che non sempre servano a convincere lo spirito in questione

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«Quanta gente indignata con me»

Quali prefiche, quali vestali, quali amazzoni, quali Norme (o come altrimenti chiamarle?), principiarono fin dal mattino a urlare per entro i telefoni loro (no, non a me che non uso frequentarle; bensì a qualche povero amico): «Hai visto?»; «Cosa?»; «Ma è impazzito, impazzito come?»; «Impazzito! Ti dico che è impazzito!». L’amico (più d’uno, in verità)

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In quei “peccati” la vera reazione

Franco Ferrarotti, studioso di problemi sociali, professore universitario e collaboratore di questo giornale, ha voluto rispondere, sia pure con qualche ritardo, al mio articolo Accuso e condanno la cultura, apparso su queste colonne il 5 marzo ultimo scorso; e ha voluto rispondere con uno scritto cui è stato dato come titolo: Chi sceglie la non-ragione.

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Vera fede e fede falsa

Alberto Moravia inizia l’articolo pubblicato l’altro giorno su queste colonne («Non avanguardie, ma solo scheletri»), riportando un giudizio dell’ultimo Pasolini che definiva l’Italia «un paese orribilmente sporco»; scrivendo di non apprezzare i referti «moralistici» (ma quella di Pasolini sembra a me un’opinione per nulla moralistica, bensì morale), Moravia la sostituisce con quest’altro: «L’Italia è un

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