Intervento Orale

G.T. – Ma non è detto. G.T. – A me sembra che negli ultimi anni siano stati emessi dei giudizi che non sono motivati da una conoscenza, ma da una sorta di potere e di isteria. G.T. – Io credo di aver capito che c’è stato un momento in cui questa che lei chiama cultura […]

Giovanni Testori – Ho giocato in casa. I miei genitori sono nati tra Lecco e Como. I luoghi della mia vita sono stati Novate, dove vivo, Monza, il Lambro. Ho la cultura figurativa del ‘600 lombardo, che ho studiato. Questo incontro, insomma non poteva non accadere.  G.T. – È impossibile per me scrivere di teatro

Giovanni Testori – Non mi chieda che cosa sogno. Parliamo piuttosto, di quest’epoca, che è l’epoca del dolore. Stiamo assistendo a profonde trasformazioni, stiamo vivendo male, o malissimo… G. T. – Certamente. Significa ridurre l’uomo ad una cosa, trasformarlo in oggetto. È proprio questo il segno più rilevante della grandissima crisi attuale. C’è il problema

I mezzi di comunicazione ne falsano l’immagine – <> La parola sorge lenta ma precisa, come scavata nell’anima. Con quel timbro grave, un po’ roco e la vellutata cadenza lombarda che gli ho sentito, che gli abbiamo sentito in tanti — quella folla di giovani che premeva — quando una sera di quest’autunno al Salone

Giovanni Testori -Malgrado tutto, è ancora la città in cui si rispecchia con più forza, dolcezza e drammaticità la situazione del paese.   G. T. – Ce ne sono state tante. Questa che viviamo, nei fermenti nuovi, soprattutto nella ripesa ardente, luminosa e totale della coscienza cristiana, è una della più straordinarie: anche perché vede

Giovanni Testori – Le difficoltà di comprensione dipendono forse dal fatto che gli adulti, la generazione dei padri, vedono specchiati nei giovani i difetti, i guai, le mancanze, i vuoti della loro struttura umana e, con una parola che non amo molto, sociale. I giovani subiscono le influenze delle ideologie dei padri.     G.

Personaggi/Sempre polemiche attorno all’autore dell’Interrogatorio a Maria  Ma Testori dice che…  Ogni suo articolo e ogni sua opera sono accolti o da reazioni indignate o da consensi entusiastici. Mai dall’indifferenza. Perché? Lo spiega lo stesso Testori in questa intervista.    È un fiume dagli occhi azzurri. Dal ’54, scorre su migliaia di pagine. Narrativa, teatro,

Giovanni Testori – Essere vero con sè stesso e con gli altri. E mettersi al servizio del prossimo. G. T. – Parlare troppo spesso di cose che non conoscono, non vivono, non soffrono. G. T. – No. G. T. – La forma assunta dalla conoscenza e dalla coscienza totale, quindi religiosa, dell’uomo in un determinato

Risposta – Ho in cantiere due lavori: uno s’intitolerà Macbet (si scrive volutamente in una forma italiana); l’altro Edipo a Novate. Macbet è un’opera scritta in una lingua inventata, una specie di vetero-italiano destinata a continuare il discorso intrapreso nell’Ambleto. Il personaggio principale della vicenda è la cattiva coscienza dell’uomo. Il racconto si mantiene a