Giovanni Testori

Periodico

Disegni di “Manzù” e di “Guttuso”

Il disegno rappresenta certo per ogni artista la misura dei suoi sforzi, la trascrizione più immediata e tangibile della sua parabola: in fatti la discussione col soggetto ritrova qui una miracolosa chiarezza, restituita com’è, fin nelle minime flessioni, nei più riposti movimenti, per cui proprio sul disegno andremo a leggere la storia dell’opera già fatta,

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1946.P01

Manifesto del realismo di pittori e scultori [G. Ajmone, R. Bergolli, E. Bonfante, G. Dova, E. Morlotti, G. Paganin, C. Peverelli, V. Tavernari, G. Testori ed E. Vedova]

Dipingere e scolpire è per noi atto di partecipazione alla totale realtà degli uomini, in un luogo e in un tempo determinato, realtà che è contemporaneità e che nel suo susseguirsi è storia. Consideriamo pertanto esaurita la funzione positiva dell’individualismo e ne neghiamo gli aspetti, in cui si è corrotto (evasione, sensibilismo, intuizione). La realtà

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