Inediti del Cerano giovine
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«Galleria» pubblica un intelligente articolo di Gian Ferrari, che giunge quanto mai a proposito: «Le gallerie a Milano». Si domanda l’autore di cui noi tutti conosciamo la competenza in materia, al termine del corsivo: «Un numero illimitato di gallerie può giovare all’arte? Può giovare al mercato?»: rispondiamo subito: no e no. In fatti un numero
A proposito di gallerie Read More »
1. Dosso a Venezia. – Una situazione di Dosso Dossi nella pittura ferrarese è certamente suffragata dall’affiorare di essa, per una ragione di istintiva affinità spirituale, nella parte di lui più matura e più grande, quando chiusa – e si dia a questo verbo un significato non di limite, chè per il Dosso non ci
Debiti e crediti di Dosso Dossi Read More »
1. G.B. MORONI: «Il sarto» (Londra – Galleria Nazionale) Un destino sconsolato lega quest’uomo al grigio del dolore: nebbia, schianto e silenzio. Ad esso rassegnato taglia una tela di pianto per farsene un abito da mettere tutta la vita: la mano non vuole decidersi, abbandona sul tavolo le forbici dalle lame guizzanti, ma l’occhio è
«Io sono arido e ti cerco acqua dell’anima: pianto». O. Napoli Avvicinare e scoprire il linguaggio di Grunewald, è avventura estremamente decisiva avventura che impegna la nostra possibilità, tuttintiera, la nostra «voce», il nostro sangue: ci è negata – se mai altre volte soggiacemmo al gioco d’una vicendevole posizione – ogni pausa. Grunewald muove dall’interno,
Introduzione a Grünewald Read More »
La posizione di Manzù nella nostra arte moderna è ormai risolta in termini ben chiari e precisi, al di là di ogni polemica, di ogni corrente, entro l’ambito d’una sofferta adesione al proprio intimo travaglio: e nomi se ne son fatti a dichiararne la partenza e il cammino, oggi però siam forse giunti a un
«corre e urla con la testa sul cielo» Scipione resterà certo, nella pittura del dopoguerra, il caso più singolare e affascinante; mai s’è visto artista abbandonarsi con così urgente sfogo all’ispirazione nel momento creativo, e mai, quindi, si sono avuti risultati così immediati e profondi. Pesano ancora sulla sua pittura troppe definizioni letterarie (in gran
«Il disegno che con altro nome chiamiamo tratto, è quello in cui consiste, ed è la fonte e il corpo della pittura, della scultura e dell’architettura»: così Michelangiolo. Questo è il punto. E non fa niente che proprio lui fosse tra i primi a cominciare una certa disperata consuetudine col disegno, a combattere sul foglio
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Al Premio Bergamo del ’42, Peverelli esponeva una “Natura morta” cubista: il quadro non mancò di fare il suo chiasso. Pure a che l’avesse guardato bene, sotto l’enunciazione così programmatica di una polemica formale, si sarebbe scoperto un istinto caldo, pieno di fermenti, nient’affatto intellettuale. Anzi, se mai un difetto il quadro aveva, era proprio
A stagione ormai chiusa, quando già qualche critico s’era compilato il suo bilancio di fine d’anno e aveva forse placato nella sua coscienza gli scrupoli più o meno, della verità, Cairola ha coraggiosamente aperto nella Galleria della Spiga la mostra della «Secessione». Ignoro le ragioni e le finalità del gruppo, né d’altra parte il melanconico
Secessioni nella Secessione Read More »