Giovanni Testori

Periodico

E Degas disse: «Giotto, lasciami vedere Parigi»

«Ah! Giotto, laisse-moi voir Paris, e toi, Paris, laisse-moi voir Giotto!»: in quest’invocante lamento, e lamentantesi invocazione, che non fosse survoltata da un talquale sibilo d’ironia, parrebbe troppo melodrammatica per consentirci d’attribuirla a lui, Degas esprimeva la dialettica e, insieme, la difficoltà, se non della sua poetica, certo della di lei alba; e del di

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El Greco: sguardo che trafigge il futuro

Madrid – L’arida, superba congerie d’errori e d’interpretazioni interessate che il più acuminato, ma insieme spuntato laicismo è solito estrarre da sé ogni qualvolta si dispone a parlare della Controriforma, tanto nella sua precisa accezione d’origine, quanto nel suo supposto e, in ogni caso, subito bollato e deriso riapparire, riceve, per ciò che riguarda la

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Ma dov’è finito Georges de la Tour, l’altro maestro del mistero?

Esistono pittori il cui mistero, via via, che la loro sistemazione critica vien precisata, sembra destinato a illimpidirsi e, in gran parte, a non esser più tale. Altri ne esistono, pel vero rarissimi, in cui l’accumulo anche ordinato del lavorio critico non fa che consegnarli sempre maggiormente alla loro inesplicabilità; e proprio all’inesplicabilità nei confronti

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La cultura marxista non ha il suo latino

Ci risiamo. Dopo impegno e disimpegno, coraggio e paura, chiarezza e oscurità, eccoci, ora, all’ultimo «problema»: lavarsi o «sporcarsi»? Il ballo degli abatini (ma, forse, sarebbe meglio dire «il ballo delle ingrate») continua. Quando non sono loro, gli intellettuali, ad avviarlo, ci pensa, puntualissimo, il politico di turno. L’impressione, come del resto per altri avvenimenti

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Il povero trono della famiglia

Abitando in un paese appena fuori Milano, uso servirmi, pei quotidiani spostamenti, delle Ferrovie Nord; greve eppur cara dimestichezza che dura dai lontani tempi della scuola e durerà, spero, fino alla conclusione stessa della vita. Chi li abbia frequentati sa che quei treni, grigi e malandati, risultano quasi sempre disagevoli, tanto son colmi di viaggiatori:

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I padri traditori e i figli traditi

Ciò che incupisce e fa gemere, come per una lunga ferita, gli orizzonti dell’esistenza, quell’esistenza che vorremmo, invece, infiammata di speranze e di luci; e ciò che, nello stesso tempo, moltiplica nella nostra coscienza il peso d’una responsabilità di cui nessun dibattito sociopolitico potrà mai liberarci, è constatare la drammatica e perfin tragica sproporzione che

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