Il chiodo paziente infisso nella vita
Ho, ben viva memoria di come m’accadde di conoscere Fulvio Panzeri. Era la fine d’agosto di qualche anno fa. M’arrivò una telefonata da Ponte di Legno, là, sulla cima amatissima della Valcamonica (amatissima per quel che essa è e in particolare, pei potenti, religiosamente dialettali, preganti e urlanti capolavori che v’avevano lasciato il Romanino e […]
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