Periodico

LA RIVALUTAZIONE della parte che Gaudenzio Ferrari (1477-1546) ebbe, come pittore, nella storia del Cinquecento Italiano, è cosa relativamente recente; ma la rivalutazione o, che sarebbe dir meglio, la rivelazione della parte che egli vi sostenne come scultore, è cosa recentissima. Ricordo come ai tempi, così lontani, in cui si preparava la Mostra che Vercelli

È STATO un vezzo giornalistico, non sempre controllato sulla realtà degli eventi, quello di considerare l’instaurarsi in una grande città come Milano delle prime vere e proprie aste, tanto d’arte antica quanto d’arte moderna, come un’ennesima, e magari vistosissima, conseguenza del cosiddetto “miracolo economico”. Ora questa considerazione, se può avere un valore per chi, approfittando

La settimana scorsa, presso il romano Open Gate, Giovanni Testori e Giuliano Briganti hanno presentato a un pubblico di specialisti, di letterati e di eleganti signore gli “Scritti giovanili” di Roberto Longhi. Siamo lieti di pubblicare l’“elogio” pronunziato da Giovanni Testori, ricco di implicazioni non soltanto estetiche. È uno scritto di vitale interesse anche perché

La Mostra di Lecco comprende soltanto una parte dell’arco creativo di un grande pittore che, sulla soglia della maturità, palesa, attraverso un momento di riflessione, di essere un protagonista nella grave crisi dell’arte contemporanea Quando, una quindicina d’anni fa, ai tempi dei miei primi saggi su Ennio Morlotti, mi recai a visitare, nelle case private

I nostri lettori di buona memoria ricorderanno certamente come più d’una volta ci sia occorso fare, qui, in queste cronache e testimonianze d’arte, il nome di Vittorio Viale; e come sempre sia stato per elogiarne l’appassionata intelligenza, l’irrompente fervore con cui, da anni, anzi, da decenni, va dedicando e spendendo ogni forza per la conoscenza

MI PAR giusto dirlo subito; la mostra che in questi giorni la Galleria del Milione ha aperto nelle sue sale è destinata a lasciar un grosso segno, a diventare un punto di riferimento drammatico e attivo per le vicende, così contorte, dell’arte di questi anni. Quanti, fra i lettori, hanno ancora amore e interesse, intendo

ANNO PIENO, questo ‘62, per il grande Gustave Courbet e per noi, suoi patiti! Tra luglio e settembre, una mostra nella cittadina natale, che fu Ornans, con una scelta di quarantasei dipinti riguardanti, in massima parte, la geografia e il mondo delle sue valli; e da settembre a questo nevoso inizio di dicembre, un’altra, assai

Il ripristino della fama di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto da Brescia, è cosa relativamente recente e va assegnata “in toto” al merito del grande discorso critico di Roberto Longhi. Benché egli ne avesse scritto, e proprio in relazione alla sua parte di pittore antirinascimentale, di pittore insomma all’opposizione, negli studi del ’13 e del