Solo Dio ci può salvare
Solo Dio ci può salvare Read More »
Testori 1. Riconfermo quello che ho detto. Trovo che questa devastazione architettonica — si tratta di una devastazione non solo architettonica, ma che riguarda l’intera struttura della città — sia proprio l’immagine, il reperto iconografico dell’altra devastazione: la distruzione morale della società. Il dilagare di questa falsa cultura, condizionata da una specie di colonizzazione americana
Idee e frammenti di un progetto metropolitano Read More »
«L’uomo moderno fa di tutto per dimenticare la morte, e questa è la sua tragedia, perché è solo la morte che dà luce e significato alla vita. Non è un caso che io, dopo la trilogia teatrale che si è conclusa con l’Edipus, andato in scena al Salone Pier Lombardo nella scorsa stagione, sia ora
Vi dico che Picasso è un bluff Read More »
«Certo che insisto. Questa è una Milano diversa». Ha la voce pacata, il viso serio. Dagli occhi azzurri trapela però un susseguirsi di guizzi. Giovanni Testori, 54 anni, scrittore e commediografo, sta completando Conversazioni con la morte, che sarà rappresentato in febbraio al Pier Lombardo. «A questa Milano diversa» «La valanga di prodotti, oggetti e
“Io non lascio Milano; però che tristezza…” Read More »
Giovanni Testori – La domanda è difficile. Non è un’ideologia che mi muove. È invece una religione dell’uomo e della vita che non esiste più perché è stata distrutta. È cioè l’amore che mi spinge, anche se a volte può sembrare rabbia. È il bisogno di restituire all’uomo, a tutti gli uomini quanto gli è
Testori: questa cultura ha ucciso l’individuo Read More »
Testori: «Quando gli autori italiani passano dalla letteratura al teatro perdono stile e mordente: non esistono più» Giovanni Testori: «Il teatro oggi si trova di fronte all’invasione dei mezzi di comunicazione più facili, più immediati. Può sembrare perciò che stia vivendo un momento di stasi. Invece, proprio in questo isolamento, può riconquistare il suo valore
Tra urla e versacci la gente si addormenta Read More »
«L’Arialda non è invecchiata, è rimasta dura, violenta, come una ferita. Quei personaggi, quelle periferie, anche se i dati cronachistici sono cambiati, continuano ad essere vivi. Certo, a nessuno fa più impressione un omosessuale in palcoscenico o l’uso di un linguaggio crudo e diretto. Ma l’arialdismo, quel bisogno barbarico di uscire dalla morte, quel “no”
“Questa Arialda brucia ancora” Read More »
Credo che oggi, a teatro, non si rida quasi più; ma, cosa anche più triste, credo che oggi, a teatro, non si provi quasi più nessuna emozione. Nei migliori dei casi tutto ha l’aspetto di una faticosa e faticante dimostrazione di tesi ovvero di teoremi, la sede precipua dei quali sarebbe un giornale ovvero un
Che cosa pensano del teatro comico? Read More »
Giovanni Testori – La frattura non riguarda solo scrittori e teatro, riguarda gli scrittori e quella che si usa tanto denominare società, ma che io vorrei timidamente denominare vita. Mi domando se questa frattura avvenga proprio solo in Italia o invece nell’universo mondo, e se la condizione dello scrittore non sia per caso proprio quella
Tre domande agli intellettuali Read More »
Testori – Pubblica il teatro. Invece del romanzo! Testori – Io rispondo prima a quello che aveva detto Quintavalle. Tu, De Monticelli, lamentavi che gli scrittori italiani non si siano avvicinati al teatro e Quintavalle ha risposto dicendo che la ragione prima consiste nella difficoltà di farsi rappresentare, una difficoltà pratica. Ora io sono un
L’autista di Parigi e lo spettatore italiano Read More »