Giovanni Testori

davide

Scavando nella grandezza di Vermeer. «La realtà sulla soglia dell’eterno»

GIOVANNI TESTORI – Io credo non siano assolutamente ragioni iconografiche o di temi che possono aver avvicinato Proust al mistero di questo mondo di Vermeer, anche se in lui e nei suoi interni c’è veramente già la cristallizzazione di una società che, una volta sviluppata e portata quasi al momento della decadenza è quella di

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«La mia eroina? Una Macbeth del proletariato»

«E ormai parecchio tempo che lavoro a questo ciclo milanese, che impegna praticamente tutta la mia attività di scrittore. Il primo passo fu il racconto che pubblicai nei “Gettoni”, Il Dio di Roserio. Poi mi venne voglia di scriverne la continuazione e il ciclo si allargò strada facendo: pubblicai Il ponte della Ghisolfa nel ‘58,

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Testori[:] l’Apocalisse comincerà da Milano

Giovanni Testori – Perché siamo alla disfatta clamorosa e dolorosa del comunismo e del capitalismo, di tutti gli orgogli umani che hanno strozzato il senso primo della vita. Il crollo del comunismo è più grandioso, perché definitivo. Il crollo del capitalismo è invece subdolo, perché il capitalismo ha più brillori, più chimere e maschere da

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