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Il Duomo vecchio accoglie un’affascinante rassegna del «sacro» nel Settecento BRESCIA – La provincia, ancora una volta lei, la nostra umana, consapevole e concreta provincia, quella provincia che secondo alcuni esegeti ovvero mai sociologi dovremmo apprendere a dimenticare e a soffocar tutta nella supposta esemplarità delle «potenze culturali egemoni», ci dà un’altra, precisa e pertinentissima […]

PADOVA – «Caro S. Antonio metti sulla retta via la mia figlia Irene. benedici il suo lavoro, il suo bambino. Fa che torni col suo marito. grazie, una mamma tanto triste»: è una lettera appena velata dal tempo come una carezza d’amore che non vuole farsi cenere, un documento in mezzo a tantissimi altri esposti

Busto Arsizio – È difficile, è anzi per noi impossibile, incontrare tra i pittori di oggi qualcuno che, come Morlotti, quando arrivò a ferire nel segno, riesca a commuovere lo spettatore fino a indurlo a provar vergogna di sé. In questa capacità di suscitare tremiti dentro il nostro cuore di farvi scendere fiati, venti, e

Là, a pochi passi dal suo Duomo, ad altrettanti pochi passi dal suo antico Broletto e dal suo odierno Municipio, in quello che fu il suo Palazzo Reale, Milano apre stasera, intero, fidente e, malgrado tutto, colmo di lucida, possente speranza, il suo cuore; e l’apre con una mostra dedicata alla «Ca’ Granda», cioè a

BARI – Nelle stanze e nei corridoi, grandi pur essi come stanze, d’un antico palazzo della vecchia Bari (e il colore delle pietre s’accorda, come meglio non si sarebbe potuto, ai tufi, alle terre magre e insieme sontuose di certi tempi della parabola del pittore) la Finarte-Aries (via Palazzo di Città, 22) ha inaugurato la

Ecco una mostra che tutti i milanesi e coloro, tutti, che han cura a che la vita dell’uomo d’ogni città e d’ogni paese, torni ad avere come centro, non già la supina obbligatorietà del «consumo» e del «sociale» (da ultimo, anzi, la festaiola e non poco melensa fusione, o confusione, delle due succitate catastrofi pratico-ideologiche)

MILANO – Chi ami la pittura, chi l’ami ancora veramente, non manchi di visitare la mostra di Abraham Mintchine (1898-1931) che la «Compagnia del disegno» (via Lanzone, 5) ha allestito per ricordarne i 50 anni della morte; là, sulle pareti di quelle stanze che paiono di un’antica dimora, la pittura celebra, infatti, la sua gloria

MODENA – Con la mostra Il magico primario in Europa (Palazzo dei Musei, fino al 31 maggio) Flavio Caroli continua e precisa il discorso che aveva iniziato con la più vasta, epperò meno individuata rassegna che ebbe a realizzare, a Milano, al palazzo della Triennale. È strano; come allora, anche in quest’occasione il testo prefativo

VENEZIA – Non vi son dubbi: la gran mostra che, sotto l’ispirazione e la guida di Rodolfo Pallucchini, Venezia va preparando per il prossimo settembre si pone come la più alta e stimolante fra tutte quante (e davvero non son poche) si son viste in questi ultimi anni; né solo in Italia. Il tema Da

PARIGI — Visto, e persin toccato, a quale febbre ebbe a bruciare l’anima sua (e la sua intera esistenza) e come i suoi quadri, talvolta d’una rapacità innocente e sublime, testimonino tale affranta tenerezza e tale continuo, indomabile ardore, parlando di Modigliani, dovremmo cominciare con un’epigrafe. Essa potrebbe, forse, suonare così: qui, dove ora tu