Giovanni Testori

RISULTATI PER :
picasso
SCRITTI E MESSE IN SCENA (30)
INTERVENTO ORALE (5)
OPERE PITTORICHE E GRAFICHE (1)
ARCHIVIO (0)
FORTUNA CRITICA (0)
CORRISPONDENZA (5)

CORRISPONDENZA NELLA VOCE BIBLIOGRAFICA
Copertina di Maurizio Ricci, con Maternità  di Pablo Picasso (oggi New York, Alex L. Hillman Family Foundation). Il volume raccoglie interventi di carattere morale pubblicati sul «Corriere della Se ...
Recensione della mostra Pablo Picasso. Opere dal 1885 al 1971 dalla Collezione Marina Picasso (Venezia, Palazzo Grassi, 3 maggio – 26 luglio 1981). ...
Intervento sull’apertura del Musée Picasso di Parigi. L’occhiello comprende anche un articolo di Fiorella Minervino. ...
Recensione della mostra Da Raffaello a Goya, da Van Gogh a Picasso. 50 dipinti dal Museu de Arte di San Paolo del Brasile (Milano, Palazzo Reale, 19 maggio – 30 agosto 1987). ...
Recensione della mostra Picasso. 1905-1906 (Barcellona, Museu Picasso, 5 febbraio – 19 aprile 1992). ...
Recensione della mostra Corps crucifiés (Parigi, Musée Picasso, 17 novembre 1992 – 1 marzo 1993). ...

CORRISPONDENZA NEL TESTO
... in colloquio”. In questo senso ha ragione Morosini eludendo gli appoggi, per lui, con così larga frequenza scritti, al cubismo e all’espressionismo; se mai ci si potrebbe riferire del primo Picasso, e solamente per l’essersi riconosciuto “nella sua moralità di artista”, ché ognuno vede come i risultati siano al tutto differenti, gli uni ancora combusti, strappati e urtati, gli altri, pur nella loro vulcanica potenza, dolci, calmi...
... – pulito e tondo da parer addirittura uscito da un bagno nel fresco dei laghi lombardi poco dopo la visita di Giotto; di un anno prima è il disegno Violinista, per il quale tentare il nome di Picasso, ci sembra eccessivo ardire, pur essendone palese la discendenza. Proprio nel quattordici Carrà denuncia le sue prime “volontà” metafisiche: allora eccoci alla stupefatta pagina della Solitudine, disegno che precede di tre anni la tela:...
... farà perché sa di possedere il «mestiere», come pochi. Nota a Guttuso – Conviene dirlo subito che la pittura di Guttuso non facendo misteri dichiara apertamente d’aver preso come maestri Picasso e Van Gogh; conviene anche dire che una riesumazione a freddo si sarebbe certamente esaurita in un circolo vizioso di pretesti, richiami e pretese, senza venire a capo di conclusione alcuna, e che questo non è il nostro caso. Picasso e Van...
... con la seconda si manda invece avanti la pittura di Cézanne per quella strada su cui egli stesso l’aveva condotta e per lungo tempo portata. Mettiamoci ben in testa che se il primo cubismo di Picasso – quello dell’8 e ’9 – è altra cosa dalle ultime tele di Cézanne, ciò è dovuto all’intervento di un temperamento diversissimo, tanto ricco quanto Cézanne era dimesso, tanto ditirambico quanto Cézanne era umile, oltreché s’intende...
... nel tempo e nello spazio delle strutture, mediante una predominanza della linea sul piano: linea, sarà bene dirlo, non nel senso fermo e costruttivo, nel senso limite e peso, a cui arriverà il Picasso del ’30-’31 – per me fase estrema del cubismo –, ma nel senso di somma, risultante o rappresentazione di un modo dell’oggetto. Soprattutto in Carrà: così la Galleria di Milano, Ritmi di oggetti, Donna al balcone, che sono belli e solidi...
... «Esposizione del Surrealismo». A Limoges, è stata organizzata dalla direzione dei Musei Nazionali nel Museo locale una esposizione del «Paesaggio francese» del XVII, XVIII, XIX, fino a Picasso. Il Museo del Louvre ha acquistato tre importanti studi di Seurat per «Les Poseuses», insieme a uno schizzo a matita e due a carboncino. Finora il Louvre non possedeva di Seurat che il quadro «Le cirque». Il Louvre ha pure acquistato una...
... Francia: una visita che se lo ha scosso, non l’ha turbato. E questo è bene. Vuol dire che è riuscito a capovolgere nella mente e in essa a far confluire la forte impressione della pittura di Picasso e di Matisse, che pure in altri ha causato non più di una elettrizzazione. Perché vuol dire che la scossa si sta tramutando in lezione e assimilazione. Oggi infatti la pittura soffre di poca mente: alla liberazione politica s’è voluto far...
... parole parevano proporre l’oggettività, addirittura, dei cubisti. Meraviglioso, per incoerenza, dal momento che, sia pur concedendo tutto quello che si deve al vasto e inquieto girovagare di Picasso, molto spagnolo e lopedevegheggiano girovagare, egli rimane il solo che abbia capito il senso del disegno e il solo che non abbia fatto della psicologia (se si escludono almeno i primi periodi) e forse uno dei pochi che non abbia usato modelli. Della...
... credere che la verità sia una farfalla, o una continua mimesi di sé e di noi, nasce anche, io penso, quello scorante e sfiducioso cambiar di forma, a cui da tempo tanti di noi si adeguano. E che Picasso abbia fatto questo, non vuol dire che lo dobbiamo fare anche noi. Se non altro perché Picasso è nato nell’81 e noi non so quanti decenni dopo. Mi fermo. E non posso certo pretendere d’aver esaurito così l’argomento, che tu capisci...
... ma d’altra parte non posso parlare di quadri appena raccontati, e la mostra è questa. Riconosciuta ormai l’importanza e la temperatura dei tre grandi della passata generazione – Matisse, Picasso e Braque; d’altra parte presenti qui con cose di scarso rilievo – l’interesse della mostra, almeno per me, era di scoprire dove la giovane pittura francese si dirigesse dopo che fauvisme e cubismo avevano portata innanzi l’esperienza...
... territori, si sia verificato. Per restare ad alcuni esempi abbastanza lontani sì da poter essere considerati con una certa obiettività: quando si comincerà a dire che, poniamo, «Guernica» di Picasso dalla mitraglia puntata contro Franco che avrebbe dovuto   essere, s'è trasformata in una fabbrica di soldi (per l'autore e gli eredi suoi; soldi, dunque, assolutamente privati)? E che ugualmente può dirsi del teatro politico di Bertolt...
... generalizzata da invadere anche le tipografie?); quando quel prefatore, dicevo, chiude il suo mediocre saggio rimorchiando Courbet ai nomi di Cézanne, di Matisse, di Braque, di De Chirico e di Picasso e, con particolare insistenza (visto su quali strade sfarfalla ora la moda) ai nomi e ai nomuncoli assembrabili attorno al Simbolismo; il che, stante la presente agonia delle avanguardie che da quei nomi sono discese, è presumere veramente un...
... De Chirico sono tra i meno convincenti che, di lui, su quei temi si conoscano. Dio sa quanto poco lo ami, e tuttavia abbastanza per capire che qui la sua materia è ai giorni e ai gradi minimi. Il Picasso è di quelli che si possono trovare da qualsiasi buon mercante (soprattutto in tempi di vacche magre come sono i presenti); eguale osservazione vale per il Braque. I Magritte sono modestissimi; modestissimi (ad esser gentili) i Leger. E volendo...
... in quel vuoto, che brulichio di pienezza, che cinerei splendori, che irresistibili voci e chiamate!  Masson, Laurens, Lipichitz, Brancusi, Queneau, Desnos, Calder, Battaille, Miró, Dalì, Picasso; ma, intanto che commerciava con loro, per ordire la sua trama così diversa e così interrogante l’occhio di Giacometti puntava ben più indietro e ben più avanti; così la sua magrissima e indefettibile matita (e la gomma che la matita accompagnava...
... parigina dedicata al «Realismo, 1919-1939», di cui su queste colonne ho già avuto occasione di scrivere; e lo meditavo a proposito dell'attestato che le grandi «Figure di donna» dipinte da Picasso tra il '1 9 e il '23, con la loro ferma ed enorme presenza di spose e di madri, davano al visitatore. Ciò in cui tale attestato sembrava consistere era una sorta di pazienza interminabile; una pazienza che nessun atto violento e atroce, per lunghi...
... come siamo nella parte decisiva della vita, la stessa emozione d'allora; con in più la definitiva conferma d'una grandezza che, nella prima metà del secolo, fu pareggiata solo da quella di Picasso e il fatto che tale emozione ci giunga dopo che una gran parte del misero cammino a noi riservato si è consunta e ci si trova qua, a tentar di tirare le somme col bisogno e, forse, con l'eterna affamata ingordigia a noi pro pria di non chiudere mai...    Lezione,...
... anzi dichiarare che, nel sunto, Morlotti rivela d’essere nient’altri che lui; Morlotti Ennio, classe 1910. Rapporti col chiarismo; con la cultura milanese del tempo di guerra; con la Francia; Picasso, amato e poi odiato; giustamente, se quell’odio gli era necessario per giungere a cogliere la luce mentre strazia l’universo d’una bellezza che non teme confronti, tempesta di perle rosa e viola i cieli, accende di smeraldi e topazi sacrificali...
... dal rimanerne schiava, come un tempo ci pareva, li rovescia; così bisturi, rasoio, frusta, gogna e vergogna finiscono per diventare i mezzi iniziali propri a Bacon per costruire quello che, dopo Picasso, si colloca come il più grande «epos» che l'arte contemporanea ci abbia offerto sull'uomo e intorno all'uomo.  Rimeditando su Bacon, oggi, noi non scorgiamo, in prima istanza, la smorfia, la ferita e, neppure, l'aliena diversità; bensì...


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