Seconda mostra personale di Giovanni Testori dopo la lunga pausa degli anni '50. Il catalogo della mostra è introdotto da un saggio di Pietro Citati e contiene la riproduzione fotografica delle opere esposte, ma nel saggio si fa riferimento a dieci grandi tele di nudo suggerendo la presenza dell'opera 1973.OGP.012, a completamento dell'intera serie dei nudi femminili. I nudi sono descritti anche in un articolo di Luigi Carluccio (L. Carluccio, Arte, Giovanni Testori, in "Panorama", marzo 1974), ma è nell'articolo di Domenico Porzio pubblicato in "Il milanese" del medesimo anno che si parla di ventitré opere esposte tra cui dieci grandi tele di nudi femminili, sette grandi nudi in acrilico bianco con sfumature rosa e azzurre (di cui quattro maschili identificati e tre femminili) e sei nature morte di fiori. L'articolo di Raffaele Carrieri pubblicato in "Epoca" lo stesso anno riporta tre riproduzioni fotografiche dei Lilium, che hanno permesso di identificare le sei nature morte di fiori esposte con la serie dei Lilium.  Invece, son è stato possibile identificare i tre nudi femminili in acrilico bianco con sfumature rosa e azzurre, ma tra le opere possibili vi sono le seguenti: 1972.OGP.046, 1972.OGP.051, 1972.OGP.053, 1972.OGP.054.
La mostra sembrerebbe porsi in relazione con una campagna fotografica che ritrae alcune opere già incorniciate, vedi 1973 La campagna fotografica di nudi femminili e gigli.