Conversazione con la morte
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Ho divorato Conversazione con la morte quasi fisicamente e le parole del testo hanno cominciato a vibrare dentro di me, a farmi compagnia, a risuonare in modo struggente con una vita prorompente e purificatrice sebbene quelle parole fossero ‘portatrici di morte’. Da qui, inconsciamente, ho cominciato a sentire un legame profondo con Giovanni Testori e ho riletto la sua raccolta di poesie Nel tuo sangue e ho cominciato a sviluppare idee, suggestioni, riflessioni fino ad immaginare uno spazio, un luogo dove mettere in scena quelle parole: uno spazio che non fosse solo un teatro ma un tempio sconsacrato, una sorta di chiesa benedetta e maledetta insieme dove il vecchio attore che parla (il protagonista del testo) divora se stesso in un rito ecclesiastico in cui l’altare diventa un tavolaccio da obitorio e dove attraverso la disperazione della sua solitudine, realizza la necessità di un dialogo con la ‘cara, dolce ed eterna ombra’ che assume forma di cagna, ragazzina, amante e madre 'dal grembo assassino' perché, al di là di ogni retorica sulla maternità , chi dà la vita dà anche la morte (Testori scrisse il testo nel 1978 dopo la morte della madre).
In Conversazione con la morte c’è la fatica di dire e quella di non dire, l’anelito a una parola impossibile che diventa possibile soltanto attraverso il teatro: in fondo, semplicemente, un uomo solo che parla a un pubblico che lo ascolta. Che parla le parole sublimi, alte, poetiche e mai definitive di Giovanni Testori.
Date:24 - 29 ottobre 2023
Sito Teatro:Conversazione con la morte - Teatri di Vita
Luogo:Teatri di Vita - Bologna