Hanno detto di lui
Quest’intuizione di Francesco Porzio è ben illustrata in questa sezione “Hanno detto di lui” dove colpisce l’eterogeneità dei nomi e dei giudizi.
1954
Il dio di Roserio
Le vie del realismo nell’arte sono sempre state infinite e ritornano ad esserlo. Testori è un altro giovane che, pur al suo primo libro, mostra di voler scavare nella realtà per suo proprio conto. E poco importa se lo faccia, finora, con gusto preminentemente visivo, con una sensualità che ha nell’occhio il suo uncino principale. Non per nulla egli viene alla narrativa dalla pittura…
1959
lettera a Pasternak
Avete ricevuto i libri? Cappotto e pullover vanno bene? Che ne pensate del Gattopardo e del Durrell? Le vostre idee e opinioni mi interessano davvero molto. Leggete l’italiano? Vorrei tanto farvi conoscere l’opera di uno dei nostri giovani autori italiani. Al momento non esistono ancora traduzioni di Testori, temo anche che nelle traduzioni andrebbe perso il meglio.
1961
La censura de L’Arialda
In questo momento tocca all’Arialda. Io non ne sono entusiasta. Devo dire però che considero nell’insieme l’opera di Testori ad un buon livello: ed almeno un suo racconto Il dio di Roserio mi sembra uno dei migliori della narrativa del Novecento e ne ho addirittura tratto un soggetto cinematografico. Sequestrare l’Arialda è mostruoso. Testori è uno dei migliori scrittori che operino in questo momento in Italia.
Testori pittore
Credo che pochi artisti italiani portino nella propria figura le stimmate dell’artista moderno, come Giovanni Testori. Il suo bisogno fatale di andare oltre, sempre più avanti e lontano, dove nessuno possa sostare con lui: il suo disperato desiderio di conoscere il peccato, la dannazione, il rimorso e il delirio; e la fredda volontà di costruirsi, giorno per giorno, ora per ora, libro per libro, un destino tragico, cosa più moderno di questo?
1972
Testori poeta
Su una di quelle che un tempo si chiamavano “amicizie particolari”, Giovanni Testori ha sfornato in questi ultimi tempi tre raccolte di poesie, fra le più belle che mi sia capitato di leggere, e che farei imparare tranquillamente a memoria anche a una figlia minorenne, se l’avessi. Per il semplice motivo che la poesia nobilita tutto ciò che tocca, ed è proprio da questo che la si riconosce.
1979
È uno scrittore
Per me Testori non è un caso, ma uno scrittore e quindi va letto e seguito in questo senso. Non riesco a capire perchè ci si stupisca del suo rovesciamento di questi ultimi tempi: trovo legittimo che uno scrittore scelga una strada diversa da quella sulla quale siamo abituati a vederlo.
1979
Polemiche sul “Corriere”
Testori lo seguo e lo ammiro da tempo. È sempre stato un grande poeta in prosa, soprattutto nella critica d’arte, in modo particolare quando le personalità gli sono congeniali come certa pittura lombarda del ‘600. Certe volte Testori può essere particolarmente duro nella polemica e io non è che sia sempre d’accordo. Apprezzo la sua sincerità e il suo coraggio e li ritengo frutti d’una personalità di spicco, originale nell’andare controcorrente.
1979
Una persona schiva
Lo conosco, ha una personalità affascinante. Di lui trovo sempre molto interessanti le poesie, i racconti milanesi. Mi piace quando scrive d’arte, lui che è un critico, scrive da artista. Anche se è sincero mi pare che faccia troppo rumore. Non lo giudico però, perché dà molto di sé stesso, solo mi interessa meno questo aspetto della sua personalità, padronissimo di convertirsi e di voler convertire gli altri.
1984
Interrogatorio a Maria
Si potrebbe dire semplicemente grazie. Ma sento che non basta. Avevo già letto questo testo, ma la sua trasposizione teatrale è un’altra cosa. La vera lettura del suo lavoro, signor Testori, l’ho fatta dunque questa sera. Per questo spettacolo così semplice e affascinante per il suo contenuto essenziale, religioso, profondamente teologico, umano, perenne e insieme totalmente nostro, dico e ripeto grazie.
1985
Confiteor
Testori non conosce la contabilità delle passioni umane e scava nel mucchio dei rottami e delle miserie. Trova l’uomo al negativo, ma proprio in questo negativo trova il riscatto, la piccola strada che porta alla luce nascosta, alla luce perduta dell’umanità orgogliosa e vincitrice. Spoglia l’uomo, lo lascia preda delle passioni misteriose e, poi, lo riprende con la rete del pentimento e della coscienza.
1993
L’unico vero talento
A me piacciono le persone che pagano e che soffrono. Davanti a uno che è rimasto inchiodato alle cose serie della vita come lui, senza prendersi mai la ricreazione, come si fa a rimanere inerti? Ti dirò che Testori aveva in sé tutto quello che io ho sempre odiato di più al mondo. Ma era l’unico vero grande. Molto simile a Pasolini, anche lui diversissimo da me. Ma ogni due righe di Pasolini e di Testori c’era qualcosa su cui pensare, su cui riflettere.
1993
La croce
Non aveva paura in pubblico del proprio vuoto, delle proprie ferite, il supremo coraggio è stato quello di giocare fino in fondo la propria retorica, di usare la parola peccato senza che a nessuno venisse la voglia di ridere. Gli ultimi pezzi suoi davano sempre il brivido di uno sguardo fissato su un unico paesaggio vuoto, una sola immagine ossessiva, la Croce, l’uomo o il figlio dell’uomo straziati.
1993
Due emisferi separati
Ci conoscevamo fin da ragazzi eppure, e reciprocamente, c’era una distanza netta che ci ha impedito anche di essere in conflitto. Come se appartenessimo a due emisferi separati: io non interessato ai suoi temi lui altrettanto al mio. Forse il mio modo d’essere satirico e politico, mentre lui era viscerale, morale. Leggendo l’Ambleto e In exitu ho stimato la sua forza, il suo saper rifiutare ogni posizione comoda.
1993
Leggetevi i libri
Dopo averlo incontrato ho avuto più attenzione e sono arrivato a vedere nell’ultimo Testori uno scrittore autentico e importantissimo, anche se di un genere distante dal mio. Ma quel drogato che muore in un cesso pubblico, anche se l’apparizione del trascendente è quasi un’aggiunta, ecco, tutta la cosa è irrespingibile. Ho capito la sua rilevanza, l’importanza, la purezza. Prendetevi i libri e leggeteveli.
2000
Conti in sospeso
La cultura italiana avrà un bel da fare se vorrà saldare tutti i conti che ha in sospeso con Giovanni Testori, se vorrà rimediare a tutti i peccati di superficialità, d’incomprensione vera o simulata che ha commesso nei confronti della sua figura e della sua opera […] di scrittore e d’artista che non ha probabilmente l’uguale, qui da noi, per complessità di motivi e per altezza di risultati, negli ultimi decenni di questo secolo.
2001
Preghiera e bestemmia
Per fortuna, c’è, è passato da questa terra Giovanni Testori. Per fortuna s’è occupato d’arte, per fortuna ci ha insegnato che sovente la bestemmia si confonde con la preghiera e la preghiera con la bestemmia, che non dobbiamo fidarci di coloro che vogliono far funzionare il mondo secondo alcune regolette, ma che la nostra disperazione, la nostra esistenza, dal sudore alle cose più terribili, sono poi la parte di noi con cui dobbiamo fare i conti.
2019
L’Apocalisse e il magone
L’arrendersi alla fede guida Testori in una spirale angosciosa di confronto tra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere, in una escalation di blasfemie e autolesionismi: sempre più dentro, fino al “disprezzo totale di me, e il desiderio di annullamento che ne segue”. […] Questa è la chiave per entrare in quello stile franto che mi infastidiva: per Testori anche la parola è un corpo da torturare, amare e infine distruggere.
2022
Umanità di periferia
Giovanni Testori è un interprete viscerale delle condizioni di vita e di lavoro della classe sociale a cui vuole dare voce. La ama e la rappresenta nella sua dimensione esistenziale primitiva, prepolitica, ed è in questo substrato che ne celebra la potenza innovatrice, l’essere protagonista della modernizzazione negli anni del boom economico. […] Testori vuole andare più a fondo, ne ha fatto una missione di vita: di questa umanità di periferia con cui i suoi amici della Milano progressista hanno solo un rapporto distaccato, vuole esprimere i tormenti e la spiritualità.